La UX Writing è la disciplina che si concentra sulla scrittura di contenuti per le interfacce digitali.
UX sta per User Experience, l’esperienza utente, musa che dovrebbe ispirare chiunque scriva per lavoro sul web. La UX — prendiamoci la confidenza dell’acronimo inglese — comprende tutti gli aspetti dell’interazione della persona-utente finale con l’azienda, i suoi servizi e i suoi prodotti.
Come dicono Don Norman e Jakob Nielsen, tra i massimi esperti di esperienza utente nel mondo:
“Il primo requisito per un’esperienza utente esemplare è quello di soddisfare le esatte esigenze del cliente, senza generare problemi o fastidi.
Dopo vengono la semplicità e l’eleganza di prodotti che sono una gioia da possedere, una gioia da usare.
La vera esperienza utente va ben oltre il dare ai clienti quello che dicono di volere, o fornire funzionalità spuntando le caselline di una lista.
Per un’esperienza utente di alta qualità, l’offerta di un’azienda deve fondere servizi di più discipline, tra cui l’ingegneria, il marketing, il design grafico e industriale, e il design delle interfacce.”
E in questo ingranaggio entra in gioco anche chi si occupa di UX Writing (presente! 🙋🏻♀️).
Cos’è la UX Writing: disegnare con le parole
La scrittura dei contenuti dei prodotti digitali è un processo che va di pari passo con il disegno della loro interfaccia.
La UX Writing serve per scrivere i contenuti di siti web, di app per smartphone o di qualsiasi altro prodotto digitale. Le parole sono tra i mattoni portanti di un’interfaccia digitale, connotano l’esperienza utente, e si collocano allo stesso livello di immagini, pulsanti, font tipografici o link.
Spesso prendono la forma di microtesti o microcopy.
Cosa significa microcopy?
I microcopy, in italiano microtesti, sono quelle piccole porzioni di testo che compaiono sui prodotti digitali. Spesso passano inosservati, ma il loro impatto sull’esperienza utente è fondamentale.
Può trattarsi della parola su un pulsante di chiamata all’azione, del testo segnaposto nei campi di un modulo web, delle voci di un menu in un eCommerce.
Ogni giorno, navigando sul web e sui social, leggiamo microtesti che guidano le nostre azioni. Non occupano una grande quantità di spazio, eppure, collettivamente, diventano una forza trainante che modellano una buona parte dell’esperienza dell’utente.
Qualche esempio aiuta a chiarire meglio il concetto.
Esempio di microcopy: il benvenuto su Slack
Ogni giorno una copywriter e traduttrice tecnica (hello, sono io!), si siede alla scrivania e apre Slack per comunicare con i suoi clienti.
Slack è un software di collaborazione aziendale che mi permette di rimanere in contatto con le persone con cui lavoro.
Il benvenuto di Slack è un ottimo esempio di microcopy dal tono di voce simpatico e informale, che va dritto al punto con un’istruzione pratica:
Con queste poche parole, Slack mi fa sentire a casa e mi indirizza subito verso le aree di lavoro, il cuore della sua piattaforma.
Esempio di microcopy: la pagina 404 del mio sito
Hai presente quando navighi su un sito web e ti imbatti in una pagina inesistente (che spesso genera un criptico messaggio “404 Error – Not Found”)?
Un buon microcopy ti toglie d’impiccio anche quando perdi la strada e ti dice come tornare in carreggiata:
Per la pagina 404 del mio sito ho scelto una frase che comunica immediatamente il fatto che la pagina non esiste.
Ma poi, per non lasciare la persona disorientata, ho inserito i link di altre pagine del sito da cui ripartire: i servizi, la pagina chi sono, il blog e la homepage.
Esempio di microcopy: il modulo di iscrizione a Polywork
Da poco mi sono iscritta a un nuovo social network professionale, si chiama Polywork.
Il processo di iscrizione alla piattaforma è molto semplice e richiede l’introduzione di pochi dati: nome e cognome, i pronomi, la posizione geografica e il titolo professionale.
I microtesti di Polywork mi guidano con leggerezza e precisione nel riempimento del modulo di iscrizione.
Poche parole mirate, sufficienti a farmi capire quali informazioni servono, e un pulsante finale, chiaro e in evidenza, per confermare tutto: salva.
UX Writing e Content Design: qual è la differenza?
Spesso sentirai usare l’espressione Content Design, disegno del contenuto, come sinonimo di UX Writing. È giusto, ma non è tutto.
Sarebbe più preciso considerare il Content Design come una disciplina ombrello, che ingloba anche la UX Writing.
Scrivere per la UX, o disegnare con le parole, non è solo scrivere. La UX Writing è una disciplina sfaccettata, richiede molte abilità diverse ed è tanto più efficace quanto variegate sono le esperienza di chi scrive i testi.
Secondo la definizione di Content Design London, l’agenzia inglese che forse ha reso più popolare la scrittura per la UX, chi progetta e disegna contenuti deve saper svolgere diverse attività allo stesso tempo:
- Comprendere lo scopo, gli obiettivi, i valori, la missione e la visione dell’azienda cliente;
- saper lavorare con le professionalità di un team multidisciplinare (developer, designer, marketing, …) per garantire l’accuratezza dei contenuti incentrati sull’utente;
- soddisfare i bisogni di clienti/visitatori, dimostrando al team e ai clienti come i bisogni dell’utente corrispondano ai bisogni del business;
- fare ricerca utente e saperne organizzare il flusso;
- impostare le domande da porre nelle interviste di ricerca con gli utenti;
- prendere decisioni informate basate sui risultati della ricerca e sui dati del sito su cui lavora;
- scrivere contenuti basati su concetti astratti;
- fornire ipotesi sul comportamento degli utenti da testare;
- applicare i risultati della ricerca utente all’iterazione dei contenuti;
- saper comunicare con le persone del team che ricoprono ruoli tecnici;
- comunicare gli aggiornamenti sull’avanzamento del progetto a coloro che ricoprono ruoli non tecnici, usando un linguaggio semplice.
Per la UX Writing, quindi, la scrittura è solo una piccola parte del lavoro e solo una delle conoscenze da possedere.
Chi lavora come UX Writer e Content Designer, conosce anche:
- i principi dello user-centered design, cioè la progettazione basata sull’utente;
- le buone pratiche di creazione di contenuti digitali;
- i principi di design inclusivo dei contenuti;
- i principali requisiti di accessibilità digitale;
- la psicologia di come le persone leggono online;
- l’esistenza di bias cognitivi;
- strumenti specifici come Google Trends;
- il linguaggio tecnico dei siti web.
Non male come set di competenze, non credi? 😉
UX Writing e Copywriting: perché sono diversi?
La carrellata delle conoscenze e delle abilità che entrano nel lavoro di UX Writing forse ti ha già dato qualche indizio: UX Writing e Copywriting non sono la stessa cosa.
Lavorare come UX Writer significa curare, a volte quasi chirurgicamente, le parole per accompagnare le persone nella loro esperienza di fruizione di un prodotto digitale.
Nello UX Writing le parole servono per spiegare, accompagnare, creare conversazioni, portare le persone laddove stanno cercando di andare, senza confonderle.
Copywriter è, invece, chi lavora con le parole con un obiettivo di marketing in testa, per vendere, convincere, coinvolgere, raccontare storie.
La differenza più grande tra le due discipline sta proprio nello scopo delle parole che si scelgono quando si scrivono copy per il web o si cesellano microtesti per la UX.
Nel copywriting le parole raccontano, evocano scenari; nella UX Writing, le parole ti accompagnano a destinazione.
I due scenari non si escludono a vicenda, ma possono compenetrarsi, collaborare e creare il contenuto più coinvolgente per il tuo prodotto digitale.
La mia esperienza nel copywriting per il web, nella scrittura e nelle traduzioni tecniche mi ha resa, con il tempo, una vera UX Writer. È un’etichetta che non ho cercato… ma a volte i mix migliori prendono vita per caso. ✨
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