Ojalá è nata a marzo 2021. È stata la prima newsletter in italiano ad affrontare il tema della comunicazione inclusiva e accessibile, in ambito digitale ma non solo.
Ogni lunedì ti mando un’email che parla di scrittura inclusiva, storie variopinte e begli esempi di rappresentazione e accessibilità sul web.
Tutto condito con un po’ di vita catalana e salsa brava.
Cosa vuol dire Ojalá?
Ojalá è una parola che in spagnolo esprime speranza. Deriva dall’arabo wa-šā’ allāh (“se Dio vuole”).
Si pronuncia [oxaˈla], ecco un esempio:
Il dizionario ti dirà che ojalá in italiano si traduce come magari!
Il sito della Real Academia Española la definisce come un termine che denota un forte desiderio che qualcosa accada.
È una di quelle espressioni dai significati molteplici, che cambia senso anche in base all’umore con cui la si pronuncia.
La parola ojalá contiene speranza, voglia di fare, desideri da realizzare, amori da coltivare o lasciare nel passato (e questo me lo ha insegnato bene Silvio Rodríguez).
Sono, in pratica, gli stessi ingredienti con cui alimento le mie giornate e continuo il mio percorso nei linguaggi inclusivi.
Mi piaceva riassumerli tutti nel nome della mia newsletter professionale.
Chi legge Ojalá?
Ad agosto 2024, sono 4.040 le persone che ricevono questa newsletter. 233 di loro la leggono dall’app di Substack, mentre la maggior parte preferisce farlo dalla sua casella di posta.
L’87% delle persone iscritte si trova in Italia; il 4% in Spagna; il restante 7% è sparso in 87 Paesi del mondo:
Substack non mi dà un dato di riferimento, ma dalle conversazioni avute con chi mi legge so che tante persone che ricevono Ojalá lavorano nell’ambito della comunicazione digitale, del marketing e dell’insegnamento.
Qualche altro dato su Ojalá
- Il tasso di apertura medio è del 51%.
- Le visualizzazioni medie per ogni uscita sono 8.600: questo significa che Ojalá viene condivisa e letta anche da molte persone che non hanno fatto l’iscrizione. Grazie!
- Non uso molti social, ma di solito condivido i contenuti di Ojalá su due canali: LinkedIn (dove ho una rete che supera le 6.000 persone) e Instagram (dove mi seguono in 4.800).
E poi ci sono le conversazioni
Se dovessi scegliere, il risultato di Ojalá che più mi dà soddisfazione è vedere quante conversazioni crea. In questi anni ci sono stati dei numeri che più di altri hanno generato confronti, discussioni e opinioni variegate e preziose. Eccone alcuni:
#66 Sei un typo?
#58 Quanti punti esclamativi usi?
#47 Si può correggere Internet?
(I numeri più vecchi di 6 mesi sono disponibili solo a metà, la lettura completa è riservata alle persone abbonate. Grazie infinite a chi sostiene il mio lavoro 💙)
Ti basta quello che hai letto finora?
No? Allora ti do qualche informazione in più!
Il glossario della comunicazione inclusiva
Ojalá nasce anche con l’obiettivo di rendere più chiari e accessibili concetti e termini che hanno popolato il dibattito pubblico sui linguaggi inclusivi in italiano. Perché senza chiarezza, le parole stagnano e i discorsi non vanno avanti.
Grazie anche al contributo di ospiti esperte di tematiche specifiche, ora esiste un piccolo glossario della comunicazione inclusiva.
È un glossario gratuito e in continuo fermento. Dentro ci trovi la spiegazione e citazioni autorevoli su termini come cis e cisgender, femminismo bianco, deadnaming, misgendering o gaslighting, solo per citarne alcuni.
Vuoi proporre un termine per il glossario? Scrivimi.
Può interessarti?
Intorno a Ojalá si è formato un bel pubblico di persone che, con gli interessi e le professioni più disparate, hanno un pensiero in comune: le parole hanno un impatto nella vita delle persone, e curare il modo in cui le usiamo è nostra responsabilità.
Ojalá può fare per te se:
- Credi che il linguaggio sia un atto politico.
- Vuoi approfondire le buone pratiche di comunicazione inclusiva e accessibile sul web.
- Vuoi leggere pezzi di approfondimento, in italiano ma non solo, che parlano di accessibilità e inclusione digitale.
- Hai una passione per le lingue straniere e la multiculturalità.
- Ti incuriosiscono le soluzioni pop che rendono più ampia e accogliente la nostra lingua.
- Affronti la vita con uno sguardo intersezionale.
- Sei una di quelle persone che ama tuffarsi nella complessità invece che rifuggirla.
- Sei parte del collettivo LGBTQIA+ o senti grande vicinanza al tema.
- Ti piacciono le patatas bravas. 🍟
Fai una prova e vedi come va.
Puoi iniziare dando un’occhiata senza impegno all’archivio dei numeri passati.
Nota: i numeri più vecchi di sei mesi sono disponibili per intero solo per le persone abbonate.
(Anche tu puoi sostenere Ojalá con un abbonamento mensile o annuale.)
Se Ojalá ti piace, ne sono felice; altrimenti no pasa nada, come dicono qui in Spagna, puoi cancellare l’iscrizione in qualsiasi momento.
Cosa dice chi legge Ojalá
Alice Orrù è la voce di cui mi fido quando si tratta di inclusione e accessibilità, quella che consiglio a chiunque mi chieda come informarsi in questo campo.
Letizia Sechi,
Alternate Takes
Lettura fondamentale per avanzare conoscenza e competenze nel mondo dell’inclusività.
Donata Columbro,
Ti spiego il dato
La lingua ci dà forma, consente di rappresentarci e vederci. Alice Orrù è bravissima a rendere evidenti le sfumature linguistiche che definiscono la varietà umana.
Andrea M. Alesci,
Linguetta
Vuoi riceverla? ¡Adelante!
Simplified Summary
Ojalá è una newsletter che parla di scrittura inclusiva, rappresentazione e accessibilità sul web. Questa è la pagina di iscrizione.