Questo spazio nasce come rubrica di Ojalá, la mia newsletter.
Grazie ad alcune conversazioni avute nei miei canali social, mi sono resa conto che, quando parliamo di inclusività e diritti in italiano, tendiamo a usare molte parole prestate dall’inglese oppure talmente di nicchia da non essere comprensibili a chiunque.
Sempre più persone parlano sui social di inclusività, antirazzismo, sessismo, e in generale di convivenza delle differenze: e meno male!
Ma c’è un piccolo problema: come possiamo parlare di linguaggi inclusivi e inclusività, se poi comunichiamo solo per una nicchia di persone che hanno già familiarità con certi termini?
Con la mia newsletter Ojalá mi sono riproposta di spiegare, settimana dopo settimana, alcune delle parole che leggiamo più spesso quando si parla di genere, diritti LGBTQIA+, discriminazioni razziste, verso le persone disabili, o legate all’età e ad altri fattori sociali.
Includerò anche link o esempi concreti che ci aiuteranno a capirne l’uso o il contesto in cui appaiono più spesso. A seconda del tema, passerò il microfono la tastiera a persone che ne sanno più di me.