Come si pronuncia?
In inglese, gatekeeper significa custode, portierə, mentre gatekeeping suonerebbe come “controllare i cancelli”.
È un termine usato soprattutto nel mondo dei media per descrivere il modo in cui le notizie giornalistiche vengono filtrate da coloro che hanno il potere di farlo.
L’idea del gatekeeping risale al 1943 e al pensiero dello psicologo sociale Kurt Lewin. La sua teoria si diffonde presto dall’ambito della psicologia a quello della comunicazione, e diventa uno dei pilastri degli studi sulla comunicazione di massa.
Oggi si parla di gatekeeping anche quando una persona (o un gruppo di persone) si arroga il potere di dare o negare l’accesso a una comunità o a un’identità.
Chi fa gatekeeping occupa una posizione di rilievo o di potere in un determinato ambito e ne filtra le informazioni.
Questo fenomeno si può ritrovare anche in gruppi più piccoli e non necessariamente “potenti” in senso lato; penso per esempio a community social, a forum o associazioni, dove le persone si radunano per discutere di interessi comuni.
In questi contesti, si usa spesso un gergo specifico o una terminologia con molti prestiti dall’inglese: questo comporta che le persone che si avvicinano al tema per la prima volta, possano sentirsi confuse, escluse o addirittura rifiutate.
Insomma, un po’ come mi sono sentita io quando ho iniziato a lavorare nel tech. 😅
Come si evita il gatekeeping quando si parla di temi che riguardano i diritti delle persone?
Spiegando. Condividendo le proprie fonti. Portando pazienza.